filastrocca

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         Sopra un errore anagrafico

 

Il Segretario comunale di Firenze

Mi disse chiaramente: “Lei non è niente…

Voglio dire che non è Nessuno…

Cioè, mi scusi, qualcuno certo è

ma non si sa chi sia precisamente…

Il fatto è che quando lei è nata

L’han segnata come bambino e non bambina

E poi le han posto un nome inopportuno

Che non si addice al sesso dichiarato...

Chi è dunque lei? Per noi è inesistente”

 

Che bello penso essere Nessuno

Come Ulisse vagare nei poemi

Nelle tele dipinte da qualcuno

Che bello essere niente

Come parola perduta e ritrovata

Per caso e poi gettata

Nel prato incolto dell’indifferenza

 

Essere niente è quasi sublime

Come un profumo esile sottile

Come un suono di neve cadente

Un filo perso di memoria stanca

Che girella e volteggia tra i pianeti

Senza radici o mete senza sete

D’essere qualcuno se non un filo danzante

E pellegrino privo di peso

Senza conoscenza

Un filo bambino

Smarrito negli spazi della mente

 

“E’ bello essere niente”

risposi al segretario di Firenze

“Meno di niente è meglio

È più sicuro: è come un alto muro

Che frena l’appetito della gente

D’altronde essere Zero è divertente

Se solo posizioni Uno davanti

cresciamo d’importanza e siamo in dieci

Se ne aggiungiamo due siamo già in Cento

Questa è la strada per esser Presidente”

 

Ho sempre sospettato d’essere inconsistente

Ma nessuno l’aveva detto così indubbio e chiaramente

Come quel ligio servitore del Comune di Firenze.